La diversità culturale tra partner ostacola o promuove l’innovazione tecnologica? Dipende dal tipo di innovazione che vogliamo…
Diversità e innovazione
La diversità culturale tra partner ostacola o promuove l’innovazione tecnologica? È quello che si sono chiesti in uno studio pubblicato nel 2019 sul Journal of Business Research due professori del Politecnico di Milano, Stefano Elia (che collabora con Innovits) e Lucia Piscitello, e un professore del Politecnico di Bari, Antonio Messeni Petruzzelli.
Per rispondere, è stata analizzata la performance innovativa (in termini di quantità di brevetti registrati e citazioni ricevute dai brevetti) di 161 alleanze formate dalle filiali estere di 31 multinazionali operanti nel settore delle biotecnologie.
Dall’analisi è emerso che, quando l’alleanza è orientata a un tipo di innovazione più incrementale, la distanza culturale tra partner di diverse nazionalità (derivante, ad esempio, da differenze linguistiche, etiche e religiose, divergenze di opinioni, attitudini e credenze etc.) può essere fonte di difficoltà di comunicazione, diffidenze reciproche e frizioni nella trasmissione di conoscenza, che si traducono in maggiori costi e tempi di negoziazione e di coordinamento e, quindi, in un rallentamento della performance innovativa.
Tuttavia, nelle alleanze più esplorative, cioè quelle orientate alla ricerca di base e a innovazioni più radicali (come ad esempio lo sviluppo di nuove molecole), la diversità culturale non è solo responsabile di costi ma è anche fonte di benefici, come ad esempio una più ampia varietà delle conoscenze messe in gioco, un maggior grado di novità nello sviluppo delle idee e un maggior stimolo alla creatività, elementi di cui le alleanze esplorative hanno particolarmente bisogno.
In altre parole, lo studio dimostra che, nelle alleanze finalizzate ad attività di ricerca più radicale, la diversità culturale consente di rompere gli schemi cognitivi tradizionali e di stravolgere le routine aziendali, spianando il terreno allo sviluppo di soluzioni nuove e radicali e permettendo di bilanciare ampiamente gli effetti negativi della diversità e di ottenere una performance innovativa superiore.
In conclusione, la diversità culturale può essere un’arma vincente per promuovere le innovazioni più radicali, mentre può rappresentare un ostacolo per le innovazioni più incrementali: occorre, dunque, maneggiarla con cura!
Stefano Elia per InnoVits
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